BIBLIOTECA: la giovane Serena racconta, 21/4/’15
A Castelnuovo, il 21aprile 2015, incontriamo Serena.
Serena è giovanissima, ha ventidue anni, da un anno e mezzo vive a Castelnuovo, anche se è nata a Cogoleto. Qui c’è la casa paterna, i suoi ricordi delle vacanze da bambina, l’orto di suo padre che lei e il suo ragazzo aiutano a coltivare.
La sua famiglia e molti dei suoi amici vivono a Sciarborasca, anzi il pranzo a base di pesci a Castelnuovo nasce proprio da un gemellaggio tra questi due paesi, e una bella partecipazione degli abitanti di Sciarborasca avviene anche in inverno quando a Castelnuovo si organizza la Ciaspolata.
“E’ bellissimo qua- ci dice – sia d’inverno, sia d’estate, io lavoravo a Millesimo solo che sono rimasta a casa. Ho un ragazzo di Murialdo, che vive qui con me e lavora a Millesimo alla 3Effe, lui parte al mattino alle sette e ritorna alle sei e trenta di sera.”
“In casa io trovo sempre qualcosa da fare, se no giro, vado dai miei zii, Renzo fratello di mio padre e zia Eliana. Porto in giro il cane, con qualsiasi persona che incontro nel paese mi metto a parlare, qualcosa faccio sempre.”
Serena è proprio contenta di questa situazione, ma non pensa solo a lei e aggiunge: “…mi piacerebbe far conoscere Castelnuovo per invogliare i giovani come me a stare qua, c’è da dire però che bisognerebbe sempre spostarsi perché qua lavoro non ce n’è.” Serena individua anche un altro problema: “ Qua non ci sono tutti i servizi che ci sono in città, qua ti devi spostare, qui devi per forza avere un mezzo tuo”.
Dal discorso che stiamo intessendo io e lei, insieme ad Enrico e a Adriano cerchiamo di analizzare i vari aspetti che si stanno mettendo in evidenza, i pro e i contro che riguardano sia il vivere in città sia lo stare in campagna. Si parla così di mancanza di servizi, dei pochi giovani in paese, delle prospettive che portano più ad andarsene che a restare, ma si evidenzia anche la serenità che si vive stando a contatto con la natura, del mangiare verdure che provengono dal proprio orto, mentre nei supermercati la provenienza del cibo è molto spesso estera. Qui i ritmi sono più naturali, anche se si vanno sempre più perdendo per i giovanissimi che vivono soprattutto in un mondo di tablet, e di messaggi.
La terra, l’ aria, l’ acqua, il fuoco, elementi confusi e mascherati nella vita di città, in campagna sono chiaramente presenti e riconoscibili nei luoghi tornati ad inselvatichirsi, come nei campi e nel bosco dove si trova inciso il lavoro dell’uomo.
Nel dialogo con Serena un grande contributo è dato dalla sua giovinezza, dalle idee che stanno maturando in lei, dal fatto che si trova proprio in quell’ epoca della vita in cui progettare, sperimentare e provare a realizzare le proprie aspirazioni non è solo possibile, ma fattibile, in ogni caso il solo pensarci amplia la vista sul mondo intorno e dentro di sé.
Serena ha studiato all’Alberghiero, gli è piaciuto e ha superato così senza lamentarsi i lunghi orari che la tenevano fuori di casa.
Oggi le sue conoscenze potrebbero applicarsi facilmente con competenza alla trasformazione dei prodotti della campagna. Castelnuovo, in questo campo, è una miniera di materie prime: castagne, patate, funghi, frutti, ortaggi e fagioli; ma chissà quali altre culture si potrebbero sperimentare qui dove gli anziani sono comunque ancora operosi ed esperti.
Bello immaginare innesti giovani su questi solidi ceppi di uomini e donne che si tramandano a loro volta gesti e conoscenze cresciute a contatto dell’aria e del sole, negli odori della terra e della stalla, , nel tepore della stufa e nei profumi delle pentole a stufare insieme verdure e carni, nelle pieghe dell’inverno in attesa delle prime fioriture sugli alberi da frutto.
L’ amore di Serena per il paese fa aggiunge ulteriori elementi di riflessione.
Serena si sente infatti fortunata di avere avuto un infanzia trascorsa in buona parte a Castelnuovo, per i giochi in compagnia e nella libertà goduta, e ancor più lo apprezza se confronta la propria vita con quella di suo padre che a dodici anni già lavorava e di sua nonna che cuoceva il pane per il paese in un periodo in cui il baratto ancora funzionava.
Anche lei insomma pensa che sarebbe bello, mantenere vivo questo paese e offrirlo anche agli altri, soprattutto ai giovani e ai giovanissimi.
Grazie Serena per il tempo che ci hai dedicato e auguri perché i tuoi propositi possano diventare iniziative reali.