I Concerti per la Terra (cfr. la locandina per dettagli sul programma) sono l’occasione per il costituirsi di una nuova carovana di produttori
E’ stata una ricerca storica a suggerire l’ iniziativa dei Concerti per la terra. Tale ricerca ha fatto emergere tracciati di antico regime che collegavano le langhe con il mare permettendo un flusso di merci, non solo il sale, trasportate con carovane di muli che seguivano, prevalentemente, i crinali.
La riflessione sulle trasformazioni storiche, economiche e viarie, sollecitando il confronto tra passato, presente e futuro, ha evidenziato sulle terre degli antichi tracciati nuova imprenditorialità legata alla terra, nuova vitalità contadina.
Essa, consapevole che nel mercato “il cibo è sempre più costruito”, che “la produzione agricola ed il consumo sono scollegati tra loro”, condivide un modello secondo il quale il cibo, l’alimento che sostiene le funzioni biologiche dell’organismo, “sappia raccontare le tecniche colturali, le varietà, le tradizioni, la passione, la natura, il territorio, la genuinità” (cfr. J. Douwe van der Ploeg, I nuovi contadini)
I concerti sugli antichi tracciati sono stati l’occasione per il costituirsi di questa nuova carovana, tra langhe e mare, sostenuta da vari enti e associazioni, che interpreta questa progettualità, certo faticosa, perché il mercato ha purtroppo abituato il “consumatore” a confrontare il prezzo e non il valore.
“La realtà è che non sappiamo neanche più da dove arriva il nostro cibo, quanti chilometri ha fatto, chi lo ha prodotto, con quali criteri. L’importante è che costi poco. … Il cibo … ha perso valore ed è diventato pura merce. … Ci si chiede quanto costa e non quanto vale. Quando si parla di “valore” si vuole avere un giudizio complessivo su chi ha prodotto quell’alimento, su come l’ha prodotto, su qual è l’ambiente in cui lo si è lavorato … “ (Carlo Petrini, Coltivare Futuro)
I concerti sono quindi l’occasione festosa, lungo gli antichi tracciati, per sostenere la scelta, spesso coraggiosa e ardua, di questi produttori che praticano agricoltura, allevamento, ristorazione e trasformazione.
Essi applicano nuove forme aziendali ad attività tradizionali per la commercializzazione di prodotti su piccola scala, la vendita diretta, la differenziazione produttiva che comprende anche l’accoglienza per lo sviluppo di un turismo alternativo a quello di massa.
Le tappe centrali dei concerti vogliono incoraggiare il risveglio e la riscoperta di terre che, se hanno perso in questi decenni protagonismo, mantengono fascino paesaggistico e storico artistico(si segnalano in particolare gli affreschi tardo gotici delle cappelle) oltre a potenzialità agroalimentare.
Si spera che con il tempo la dimensione della carovana possa ampliarsi: le condizioni ci sono tutte. Oggi in Italia 4.000.000 di ettari di terreni sono incolti, di questi 338.000 sono di proprietà pubblica. Crescono i giovani interessati ai lavori agricoli e più del 30% degli italiani che vivono in città desidererebbe spostare la propria residenza in campagna.E’ a tutto queste attese che l’iniziativa dei “Concerti per la terra” si rivolge, occasione di svago estiva, ma, anche, momento di riflessione sul modello di mondo che pensiamo per il futuro dell’umanità.