23. Chiesa Parrocchiale di Priero (CN)
Chiesa Parrocchiale di Priero (CN)
Il campanile è l’elemento più vistoso e meglio conservato dell’antica chiesa parrocchiale. Costruito in pietra e mattoni, conserva aperture a bifora con colonnina centrale in pietra. Frammenti di affreschi, risalenti ai primi decenni della seconda metà del XV secolo, sono ancora visibili all’esterno. Si riconoscono due momenti della vita di sant’Antonio: l’elemosina ai poveri e la tentazione di sant’Antonio, in cui l’elegante donna tentatrice è raffigurata con una raffinata pettinatura. Il disegno minuto ed il richiamo a elementi profani riportano a motivi del gotico cortese, stile che sembra particolarmente apprezzato e radicato nei territori facenti parte del Marchesato di Ceva.
Affreschi di ancor più difficile lettura si intravvedono su uno strato di intonaco sovrapposto ad un arco disegnato a finti conci rossi e verdi, lo stesso motivo che si incontra all’interno del piccolo vano voltato alla base del campanile. Qui gli angeli musicanti e il Cristo in mandorla, con i loro delicati colori, le piccole decorazioni delle vesti e il motivo ornamentale dell’arco fanno pensare ad un’opera precedente a quella della parete esterna del campanile. Non di molto, vista la ripetuta presenza sulle pareti della cappella della tavoletta con il trigramma che san Bernardino usava esporre durante le sue prediche. Il sole d’oro in campo azzurro, con al centro le tre lettere JHS, è, infatti, entrato nelle raffigurazioni di Bernardino subito dopo la sua santificazione avvenuta nel 1450.
Gli affreschi della cappella sono riferibili alla scuola ligure-piemontese della metà del XV secolo, ma la mano che li ha eseguiti non sembra ad oggi coincidere con altri pittori operanti all’epoca su questo territorio. Forse opera di un artista di passaggio o di uno le cui opere non sono giunte fino ai nostri giorni, come nel caso dei pittori cebani Giacomo ed Angelo Vincenzo, citati un documenti del 1439 e 145, o dell’Ottobono, presunto grossetano presente a Mondovì nel 1452.
