30. Cappella di San Nicola (Bardineto – SV)
La cappella sorge poco sopra l’inizio della strada che, superato il colle dello Scravaion, porta ad Albenga. Se la sua collocazione è incomprensibile alla luce della viabilità odierna, per comprendere le ragioni della sua costruzione basta leggere quanto indicato sulla targa in legno all’inizio del sentiero: riporta l’indicazione “colle di Toirano”.
Bisogna tenere presente che ancora per tutto il XVIII secolo non esistevano collegamenti terrestri tra i vari centri della Riviera di Ponente ed i collegamenti costieri avvenivano solo via mare. La valle Bormida svolgeva, quindi, una funzione di distributore tra i vari approdi delle merci, sia quelle prodotte nel basso Piemonte, sia quelle scaricate nei porti o prodotte dall’agricoltura costiera da trasportare verso l’entroterra padano. Il colle era quindi un importante punto di transito delle merci, vista l’importanza del ruolo di Toirano all’interno dei circuiti commerciali dell’epoca.
Colpisce il contrasto tra le dimensioni della cappella e lo sviluppo degli affreschi interni, opera di un ignoto pittore chiamato Maestro di Bardineto, proprio per la qualità degli affreschi stessi (46). Sono opere fortemente influenzate dalla lezione di Taddeo di Bartolo, presente nella Liguria di Ponete negli ultimi anni del XIV secolo e che ha lasciato manufatti tra Triora, Finalborgo e Savona; esse sono state ammirate e imitate dai pittori locali soprattutto per l’abilità nel raffigurare aspetti naturalistici e la minuta ornamentazione. Il san Cristoforo dipinto sul muro di fondo a destra è quello che più richiama lo stile di Taddeo di Bartolo, per la fitta serie di onde e la ricchezza del fauna del fiume. Seguono una Madonna con Bambino e l’immagine di santa Caterina.
Dal lato opposto san Giorgio infilza il drago e salva la principessa.
Nel fondo dell’abside è ritratto al centro San Nicola vescovo in trono, tra San Bernardo con il diavolo alla catena, San Giovanni Battista con il cartiglio “Ecce Agnus Dei”, Sant’Antonio Abate con bastone, campanella e porcellino e San Lorenzo con la graticola simbolo del martirio subito.
Sulla volta, sorretto da schiere di angeli, il Cristo Pantocratore in mandorla con attorno i simboli degli evangelisti ( l’aquila, il leone, il bue e l’angelo). Le pareti laterali dell’abside accolgono, sei per parte, i dodici Apostoli con, da un lato, il Cristo di Pietà e dall’altro il Sudario col volto di Cristo.
L’arco trionfale in alto ospita l’Annunciazione con l’Arcangelo Gabriele, la Madonna e, sorretto da Cherubini e Serafini, Dio Padre che invia la Colomba, ma tiene anche tra le mani un Bambino con la croce ad indicare passione, morte e resurrezione di Nostro Signore.
Nell’angolo a sinistra, santa Brigida di Svezia seduta alo scrittoio con lo sguardo rivolto verso la Maddalena e santa Margherita. A destra san Michele intento a pesare le anime.
Degno di nota è il bel velario rosso che si snoda alla base di tutto il ciclo pittorico conferendo all’insieme un aspetto teatrale.