26. Santa Maria Extra Muros (Millesimo – SV)
Santa Maria Extra Muros
Collocata fuori dall’antico borgo lungo il percorso che costeggia il corso del Bormida, la chiesa è stata edificata tra il X e il XV secolo. Sul lato sinistro un resto di muro realizzato con mattoncini distribuiti a lisca di pesce, secondo una tipologia riferibile al IX – X secolo, è quanto rimane della fondazione più antica della chiesa. Quattro robusti contrafforti quattrocenteschi accentuano l’aspetto massiccio della facciata a capanna costruita in stile romanico. La decorazione in laterizi del portale rimanda ad un periodo successivo e a uno stile ormai gotico, così come il campanile rinforzato da lesene angolari in mattoni.
Un documento del 998 d.C. cita una pieve nominata di “S. Petri de Millesimo”. Che l’attuale chiesa sia stata costruita sull’area dell’antica pieve e ne abbia assunto il ruolo sembra dimostrato dalla presenza di un fonte battesimale che, scoperto vicino al portale maggiore nel 1883, è oggi collocato all’interno, a sinistra dell’entrata. Le dimensioni della vasca fanno pensare che fosse destinata a battesimi ad immersione, secondo la consuetudine primitiva della Chiesa. La vasca, non integra, è in pietra e ha forma ottagonale; presenta motivi decorativi a bassorilievo, con forme geometrico-vegetali stilizzate riferibili al XIV secolo, raffiguranti fiori e ruote legati a una simbologia solare reinterpretata nel culto cristiano.
Più avanti un ciborio addossato alla parete e sorretto da due sottili colonne alla base delle quali lo stemma dei Del Carretto testimonia del loro intervento finanziario nella realizzazione dell’opera, probabilmente in origine destinata a ospitare un altare o qualche altro monumento celebrativo dei fasti dei Del Carretto.
Sotto l’attuale piano del pavimento sono stati riportati recentemente alla luce antichi resti murari, il cui rapporto con l’attuale costruzione non è stato ancora chiarito. L’interno mantiene l’originario aspetto di basilica a tre navate, orientato ad est secondo la tradizione. Abbandonata nel corso del XVI secolo non è stata interessata dalle pesanti trasformazioni del periodo barocco. Solo il tetto della navata centrale è stato ricostruito su capriate in legno.
All’inizio della navata di sinistra è conservato un affresco proveniente da un edificio di Millesimo, una Madonna con in mano un fiore e il Bambino in braccio che gioca con un uccellino, raffigurazione tipica del Maestro di Cosseria. A fianco, in un riquadro più piccolo, un Cristo di pietà (97).
Al fondo della navata di sinistra un arcosolio, racchiuso da formelle policrome, presenta un affresco del tardo quattrocento che si distacca dallo stile corrente nell’area monregalese e albese. L’accostamento di colori puri e intensi con altri più preziosi e delicati rimanda ad un autore di scuola pinerolese (106).
La mano del Maestro di Roccaverano è riconoscibile nelle figure dei santi Francesco e Bernardino, racchiusi nelle finte nicchie, visibili a sinistra sulla parete di fondo dell’abside (101).
A diversi autori del periodo di transizione verso lo stile rinascimentale risale il resto degli altri affreschi visibili all’interno della chiesa (118). Di particolare interesse sono i tondi che ospitano le figure degli Evangelisti nella volta dell’ambiente al termine della navata sinistra e dei Profeti nei sottarchi. Questi, insieme alla santa Marta in abiti monastici che, secondo la leggenda, libera la città di Tarascona dall’orribile fiera che la infestava e il vicino martirio di san Sebastiano richiamano le opere di Lorenzo Fasolo. L’autore dimostra, però, in queste opere, una maggiore attenzione agli effetti di luce secondo la tradizione mediterranea.
Nel san Nicola da Tolentino del pilastro a sinistra e nella Madonna con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Vincenzo Ferrer della finta pala del muro di fondo dell’abside centrale si ritrova lo stesso stile delle opere precedenti. Le espressioni patetiche e stanche nei volti dei santi sembrano riferirsi più alle opere di Aimo e Balzarino Volpi, la cui presenza è testimoniata all’epoca nel basso Piemonte
Sull’arco dell’abside di destra, quattro Santi riconoscibili solo dai cartigli e su alcuni pilastri di separazione delle navate, oltre al già citato san Nicola da Tolentino, le figure devozionali di san Giorgio, san Giacomo, sant’Antonio abate.