17. Santuario di Santa Maria Dell’Acqua Dolce (Monesiglio – CN)
Santuario di Santa Maria Dell’Acqua Dolce (Monesiglio – CN)
Adagiato sulla sponda sinistra del fiume Bormida, il santuario sorge nell’area in cui secondo una leggenda la Madonna, durante una epidemia di peste, fece sgorgare una fontana capace di guarire gli ammalati. I miracoli finirono appena un contadino anziché portare alla sorgente un moribondo, portò un porco che si era ammalato. Leggende di questo tipo sono frequenti nell’area: ad esempio nel confinante paese di Gottasecca olio miracoloso colava da un pietra della pieve di santa Maria Degudega. Purtroppo una vecchina aveva un maialino, suo unico avere, ammalato e lo portò a baciare la goccia miracolosa. Il maialino guarì ma la goccia si seccò.
La chiesa, localmente conosciuta come la Madonna di San Biagio, presenta tre absidi semicircolari decorate con archetti pensili, quella centrale presenta anche una serie di logge cieche, scelte costruttive che testimoniano dell’antichità della chiesa. Antichità confermata dall’affresco del Cristo in maestà che occupa tuto il catino dell’abside, una rappresentazione tipica dell’arte romanica (19). L’imponente figura di Cristo in trono, nella scena della traditio legis, consegna a san Pietro le chiavi e a san Paolo il sacro rotolo delle scritture. Attorno il tetramorfo, la disposizione simmetrica dei quattro esseri viventi diventati poi i simboli degli evangelisti.
Nella parete sottostante sono rappresentati gli Apostoli, intervallati da tre strette finestre decorate da girali, motivi geometrici e figure animali. Da rilevare la particolarità della presenza di un ulteriore ciclo inferiore con arcate che ospitavano probabilmente una sequenza di altri santi di cui rimane visibile, al centro, una Madonna con Bambino Le modalità di esecuzione dell’affresco indicano che questo è certamente il più antico tra quelli che ci sono pervenuti in questa area.
All’ingresso sulla parete destra, un affresco della seconda metà del quattrocento raffigura una Madonna con Bambino tra i santi Giovanni Battista e Antonio Abate. Non datato e non firmato è attribuito al “maestro della Madonna dei boschi” per le somiglianze con gli affreschi del santuario di Boves (111). La sua tecnica, nella prospettiva e nell’attenzione agli effetti di luce, anticipa le esperienze pittoriche del Rinascimento.